L'altro giorno in un bar della Val d'Intelvi ho visto un foglio sul quale diverse persone hanno firmato per evitare di togliere i video giochi dal bar stesso. Il motto era : 'Io sono libero di fare ciò che voglio'!
E' vero che siamo in un periodo di crisi economica: è sotto gli occhi di tutti la difficoltà di trovare o mantenere il posto di lavoro; spesso lo stipendio non arriva a fine mese, ma rimango di stucco quando sento parlare di ludopatia o di vera libertà nell'essere schiavi del gioco.
"Il gioco d'azzardo è un'emergenza sociale, una piovra che allunga i suoi tentacoli promettendo tutto e sradicando moltissimo, non di rado tutto... Quando si bruciano le risorse, inseguendo il miraggio della vincita resta solo la cenere e, per continuare a sbarcare il lunario, si cercano altre strade per sè e per i propri cari...".
Così si è espresso l'Arcivescovo di Genova, mettendo in guardia tutti, in maniera particolare i cristiani, circa la dipendenza dal gioco d'azzardo...
Mi sembra urgente che da questa situazione preoccupante si possa uscire solo se ciascuno riprende una vita sobria, capace di pretendere meno per sè e di condividere più con gli altri. Sono le relazioni, l'ascolto, il recupero di quei valori irrinunciabili che oggi abbiamo perso: la centralità dell'uomo, il primato della coscienza, la ricerca della Verità e l'onesta etica.