Mese di luglio, nonostante la pandemia è mese di escursioni. Nel salire in montagna, occorre spesso alzare gli occhi verso la bellezza della meta. E' la cima che affascina e spinge a superare tanti ostacoli. E' la santità, la meta a cui Dio ci chiama.
C'è sempre bisogno, infatti di cielo. Quel cielo che è già dentro di noi, ma che va costantemente rivisitato, ripulito nel cuore e negli occhi. Per la situazione generale della Chiesa mi piace rivisitare tre verbi che ci aiutano a vivere le relazioni all'interno della comunità cristiana.
Mai vincere, ma sempre convincere; mai imporre, ma sempre proporre; mai giudicare, ma sempre analizzare. Questo è il 'gioco' della Chiesa oggi. Sente la sua pesantezza, ma guai se smette di proporre la santità come meta.
Tutti siamo fragili, tutti peccatori. Ma questo non ci deve per nulla esimere di puntare sempre più in alto. Anzi, proprio perché la fragilità è evidente, ancor più limpida deve essere la proposta ed alta la meta.
Proprio come l'escursione in montagna...