Pubblichiamo un aggiornamento proveniente da Caritas, relativo alla situazione drammatica per i profughi, che si consuma in Bosnia-Erzegovina.
Interventi di aiuto di Caritas Ambrosiana nell’emergenza profughi
Nonostante sia trascorso più di un mese da quando il Campo provvisorio di Lipa è stato distrutto da un incendio, la situazione resta tuttora emergenziale. Dopo che l’OIM (Organizzazione Internazionale per le migrazioni, agenzia collegata all’ONU) ha deciso di abbandonare la gestione del campo, il Ministero della sicurezza bosniaco ha affidato la logistica all’esercito.
I militari hanno allestito delle tende sul terreno fangoso e ghiacciato ma non sono sufficienti ad accogliere tutti i migranti e sono sovraffollate. Assistiamo impotenti all’aumento dei casi di scabbia e le condizioni di salute delle persone sono molto precarie. Le inevitabili malattie da raffreddamento renderebbero necessario uno screening di massa per rilevare anche i possibili contagi da COVID-19 ma non ci sono le risorse e le strutture per effettuarli.
Anche la situazione igienica è molto complessa: sono stati noleggiati dei bagni chimici resi però inutilizzabili dalle temperature che, durante la notte, raggiungono i meno dieci gradi. La Croce Rossa locale è incaricata di distribuire i pasti ma i migranti sono costretti a mangiare, spesso solo un pasto al giorno, in piedi: non c’è un luogo dove possano ripararsi e consumare il cibo al caldo. Mancano ancora gli allacci idrici ed elettrici e l’acqua potabile deve essere trasportata su camion cisterna dalla città di Bihać che si trova a circa 30 chilometri dal campo.
Caritas Ambrosiana, in collaborazione con IPSIA e Caritas Italiana, grazie agli accordi con la Croce Rossa locale, in queste settimane ha provveduto a distribuire carichi di legna, rifornimenti di acqua potabile, indumenti invernali e beni alimentari per tutti i migranti ospiti del campo. Stiamo operando per realizzare interventi più strutturali come la costruzione di un tendone per la mensa, la fornitura di tende attrezzate, l’acquisto di un’ambulanza e altri aiuti che rispondano a esigenze più progettuali.
Il nostro intervento inoltre non si limita ai migranti “ospiti” di Lipa ma prosegue anche nei campi Sedra e Usivak. Anche se la pandemia mondiale rende ulteriormente complesso l’intervento psico-sociale, proseguono le attività nei Social Corner a favore di minori e famiglie.
Vorremmo ribadire che tutti gli aiuti che stiamo portando al campo Lipa e negli altri centri di accoglienza in cui operiamo vengono acquistati in loco, anche al fine di sostenere l’economia locale pesantemente colpita dalle misure di contenimento dovute al COVID-19. Le procedure doganali per portare materiale dall’Italia (vestiti, coperte, tende e generi di conforto) sono estremamente complesse e le spese di trasporto e sdoganamento molto costose. Inoltre, a causa della pandemia, tutti gli indumenti devono essere completamente sanificati, per queste ragioni, Caritas Ambrosiana non raccoglie o spedisce aiuti umanitari dall’Italia e sconsiglia questo tipo di iniziative, anche la semplice adesione ad altri soggetti, da parte delle Parrocchie.
Pensiamo di fare una cosa utile segnalarle la pagina dedicata sul sito di Caritas Ambrosiana in cui potrà trovare i progetti realizzati con gli aggiornamenti della situazione che è in continua evoluzione, oltre alle modalità di sostegno concreto, che possono aiutare a rispondere alle numerose richieste di notizie e di chiarimenti che stanno arrivando:
https://www.caritasambrosiana.it/emergenze-caritas/emergenze-in-corso/emergenza-bosnia-aggiornamenti
Grazie per la sua attenzione e per il suo prezioso sostegno.
Grazie per la sua attenzione e per il suo prezioso sostegno.
Cordiali saluti
Luciano Gualzetti
Direttore Caritas Ambrosiana