La prima cosa che bisogna fare quando si è feriti, è quella di ripulire bene la ferita stessa. Ripulirla dalla terra e dalla polvere, perché non faccia infezione, cioè il male non penetri ed entri nella carne.
La stessa cosa per l'offesa ricevuta. Va subito contestualizzata, non subita ma capita; cioè va ripulita tramite il 'lavoro' della nostra mente. Si impara allora a non drammatizzare, a non cercare la vendetta immediata che sempre trascina verso il basso. Non si risponde subito, ma ci si mantiene calmi e fiduciosi.
Poi occorre iniziare a richiudere la ferita, chiedendo aiuto al Cielo, a Dio guardando il Crocifisso, ricordando le Sue parole: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!". Nulla più della croce aiuta a perdonare.
C'è poi la grazia di una buona confessione, quando senti che non bastano le tue forze, perché la ferita si fa lancinante. La Parola di Cristo rasserena, magari attraverso la voce di un prete amico.
Ti permette di vedere le cose da un altro punto di vista. Non esageri, non ingrandisci, ma relativizzi ed apri il cuore. A questo punto, occorre una comunità che ti sostenga. Da soli è difficile reggere nel perdono.
Insieme, con una comunità di amici che ti seguono e ti capiscono, che ti leggono 'dentro' e che condividono il tuo stato d'animo... allora tutto diventa più facile!