Festa di Santa Caterina 2021
“QUI STIAMO BENE… SENZA TRASCENDENZA!”
Occorre discernimento e decisione…
“Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero...”.
E’ provocatoria e reale questa parola di Gesù. Noi siamo quello che portiamo nel cuore e da lì esce per edificare la nostra vita.
In questa Festa patronale di Santa Caterina, che come l’anno passato risulta un po’ inedita nella sua celebrazioni, fuori dalla chiesetta a lei dedicata, sento il bisogno urgente di comunicare alcune preoccupazioni che ho nel cuore riflettendo sul mondo degli adulti! Non è questione di mancanza di speranza e fiducia nell’agire di Dio che non ci abbandona! Gli adulti mi sembrano disorientati circa la propria identità ed il compito che li attende. Quando celebro l’Eucaristia domenicale nelle nostre sei parrocchie, guardando l’assemblea, ancora dimezzata come capienza, avverto significative mancanze. Adulti, famiglie, giovani e ragazzi… E mi chiedo quale è il motivo? Quale messaggio vogliono darci queste assenze? E’ solo questione di Covid con tutte le sue paure? Intuisco che dietro ci sia ben altro e più in profondità!
1. Dove stiamo andando?
Occorre non solo ridare fiducia e speranza, ma è urgente interrogarci per comprendere dove stiamo andando. Con il Consiglio Pastorale, già dal mese di giugno abbiamo iniziato una riflessione sulla situazione che stiamo vivendo nella Chiesa Italiana, diocesana e nella nostra comunità, per giungere ad un ‘sogno’ che dovrà aiutarci nel ‘rivedere’ il nostro cammino pastorale.
In questo cambio di epoca, non possiamo continuare a ‘fare quello che sempre abbiamo fatto’: occorre discernimento e lungimiranza per vivere una testimonianza coerente e convincente! Va da sé che un adulto che abbandona l’orizzonte del trascendente, senza verità, senza limiti e senza morale sperimenta un'emozione ed un sentimento di libertà e di unicità che danno semplicemente alla testa.
Insomma potremmo dire che salvo la ‘tifoseria calcistica’ ogni appartenenza ed ogni decisione possono essere messe in discussione. A considerare le cose in tutta verità, in effetti l’attuale condizione di vita dell’adulto postmoderno, gode di un fascino e di uno splendore incredibili, ai quali nessuno sarebbe disposto a rinunciare. Nessuno vorrebbe tornare indietro rispetto alle conquiste ed alle nuove condizioni in cui si gioca oggi l’esistenza umana.
2. "Qui stiamo bene..."
“Qui stiamo bene...” dice a se stesso in fondo ogni adulto. Senza trascendenza, senza verità, senza limiti… la vita appare più soft, più leggera, semplicemente più umana… “Liberati dalle trascendenze religiose e laiche, gli esseri umani non vogliono la partecipazione della vita sociale o la creazione di un mondo più giusto... vogliono la vacanza al mare, dimenticare la noia,la fatica, la morte che galleggiano sopra un tempo che non rimanda a nulla, e che proprio per questo va goduto; vogliono divertirsi e sognare... Si fa sempre più avanti un mercato del godimento mai visto nella storia della specie umana. Ristoranti, bar, pizzerie, discoteche, alberghi, impianti sciistici, strutture balneari, palestre, centri estetici... e tanto altro mercato legato al piacere ed al benessere che si è visto improvvisamente messo in crisi, e che nella ripartenza, con fatica, ha commosso con le lacrime agli occhi per la felicità! L’uomo postmoderno, rispetto ai suoi antenati, non gode di libertà: egli è la sua libertà e la sua unicità. Questa sua unicità e libertà, sganciate da qualsiasi riferimento trascendente, sembrano non trovare alcun ostacolo al proprio compimento. (A. Matteo, Convertire Peter Pan , 2021)
Confrontando il mondo odierno, così frenetico e che si evolve alla ‘velocità della luce’, avvertiamo un brivido ed un senso di inquietudine... Fatichiamo a darci ragione di come abbiano potuto i nostri genitori e i nostri nonni fare a meno di tutto ciò che ora riempie la nostra vita e le nostre case, soprattutto come abbiano potuto accettare di vivere senza quella libertà che è il cuore ed il motore del nostro essere oggi nel mondo. Oggi, l’uomo ha trovato la risposta alla sua domanda di senso nel mito della giovinezza; libertà ed unicità servono solo ad alimentare la forma giovane del suo corpo e del suo spirito.
3. Il mito dell’eterna giovinezza
Sembra proprio che fuori dalla giovinezza non c’è alcuna salvezza. Siamo liberi e siamo unici per essere e restare sempre giovani. E siamo qui per bere sino all’ultima goccia possibile questa vita che oggi così generosamente è nelle nostre mani. Capita che genitori vogliano essere al pari dei loro figli adolescenti... E per quanto possa apparire difficile a credersi, tutto questo ha a che fare con la crisi che oggi la comunità dei credenti si trova a vivere. Se il significato del segno delle chiese semivuote è l’assenza degli adulti ed adulte maturi, si dovrà riconoscere che le nuove generazioni difficilmente potranno continuare il loro cammino ecclesiale, dopo il tempo dell’iniziazione cristiana.
E’ tempo allora, per i credenti adulti di prendere più sul serio la questione relativa alla conversione giovanilistica delle generazioni adulte. E’ una questione radicale come ha visto bene papa Francesco nell’esortazione post-sinodale Christus vivit al numero 182: “I manipolatori usano un’altra risorsa: un’adorazione della giovinezza, come se tutto ciò che non è giovane risultasse detestabile e caduco. Il corpo giovane diventa il simbolo di questo nuovo culto, quindi tutto ciò che ha a che fare con quel corpo è idolatrato e desiderato senza limiti, e ciò che non è giovane è guardato con disprezzo.”
“Si impone così il profilo di un adulto sempre più ripiegato su se stesso, sempre più narcisista. Nessun nome sembra per lui più adatto di quello di Peter Pan, quel bambino che non voleva crescere e che oggi ha trovato ‘alloggio’ confortevole nel cuore di noi adulti. Da credenti possiamo pensare a questo ‘adulto Peter Pan’ che manca alle nostre chiese semivuote semplicemente come ad un credente non praticante? Possiamo continuare ad attendere il ritorno di Peter Pan, chiusi nelle nostre sacristie e nelle nostre celebrazioni che rischiano di non essere più capite, comprese e dunque frequentate? Non è piuttosto il tempo di andare ad incontrare questo Peter Pan, di provare a ricordargli cosa significa essere adulto ed aiutarlo alla luce del vangelo a trovare una modalità diversa di investire la propria libertà ed unicità per il bene suo e quello dei suoi figli? “ (A. Matteo, Convertire Peter Pan, 2021)
Questo è il tempo per i credenti: il tempo di trovare una parola nuova per gli adulti, di incontrarli per ascoltare le domande che portano nel cuore. Occorre accettare che gli adulti di oggi non sono più quelli di una volta, ed avere il coraggio per una vera conversione della mentalità pastorale. E’ tempo di riflettere per definire il profilo di questi adulti che mancano, ed interrogarci sul nostro essere Chiesa in questo mondo.
4. Oltre la tentazione...
La tentazione oggi è quella di ‘riprendere a fare quello che abbiamo sempre fatto’ dopo una pausa inattesa causata da questa pandemia! E’ infatti controproducente aspettare il ‘ritorno a casa’ dei credenti non praticanti, ed è poco efficace continuare a portare avanti una pastorale del rattoppo e del piccolo cambiamento. Che fare?
Anzitutto con pazienza continuare a vivere con entusiasmo, nella quotidianità, il nostro essere battezzati mostrando che è conveniente credere e che…‘come albero buono non possiamo se non produrre frutti buoni!’. Trovare modalità inedite per accostare il mondo degli adulti (35-50 anni), ascoltando e coinvolgendoli in un cammino, non scontato o ripetitivo. Pare essere urgente un cammino di riproposizione e condivisione di contenuti fondamentali della vita cristiana (fede, risurrezione, vita eterna, giudizio...) estromessi dai contenuti del nostro quotidiano, vivendo come se Dio non esistesse e l’uomo fosse misura di tutto.
Cinque attenzioni da cui partire:
- Chi si affaccia o abita la comunità cristiana abbia la possibilità di incontrarsi con Gesù;
- Imparare a guardare il mondo con gli occhi di Gesù, e non semplicemente dal nostro punto di vista;
- Più Vangelo, adorazione e preghiera tra i praticanti: essi formano una solida spiritualità che serve come testimonianza e garanzia di un cammino.
- Più attenzione alla celebrazione della Messa che ha un suo ‘ritmo’ celebrativo non riducibile a forme di emozionalità o sentimento.
- Occorre un cammino serio di riflessione coinvolgendo in un patto educativo le diverse agenzie educative presenti.
5. La forza attrattiva...
Perché il cammino sia coinvolgente dovrà trovare in noi, discepoli del Signore, una forza di attrazione reale. “La gioia deve essere la caratteristica della nostra fede, anche nei momenti bui, quella gioia interiore di sapere che il Signore è con me, che il Signore è con noi...”
Una fede triste, spenta e forzata non aiuta nel cammino ed allora è meglio non averla. E’ la nostra gioia l’antidoto ed il vaccino contro l’individualismo radicale che oggi affligge e crocifigge il mondo. Questa può essere la mossa giusta per convertire Peter Pan dalla sua illusione di un godimento solitario ed infinito.
Santa Caterina, che per il Risorto ha offerto, dopo un cammino serio di conversione, la sua testimonianza fino al martirio, ci doni il coraggio di non abbatterci in questo tempo ancora tribolato, ci doni entusiasmo e forza per portare a maturazione i germi di bene seminati in ciascuno, vincendo comodi e pigrizie.
Signore Gesù,
che alla vigilia della tua passione, hai donato la tua vita,
donaci la forza dello Spirito perché con tutto noi stessi,
ci impegniamo a vivere con responsabilità e fantasia
il compito grave che ci affidi per essere ovunque segno di speranza
e riferimento sicuro per ogni fratello e sorella che ci poni accanto. Amen