A partire dal prossimo 13 novembre
le celebrazioni in streaming trasmesse solo in diretta
La trasmissione in streaming della Santa Messa della nostra Comunità Pastorale, partita durante la pandemia del 2020, ha permesso a tante persone impossibilitate alla partecipazione in presenza, di continuare a vivere l’Eucaristia rimanendo in contatto con la propria comunità di appartenenza. Pur non sostituendosi alla partecipazione “fisica” in chiesa, infatti, essa ha un alto valore spirituale per chi è impossibilitato a partecipare.
Proprio in relazione alle Messe trasmesse attraverso la televisione, si era espressa la Conferenza Episcopale Italiana, nel 1984, nella Nota Pastorale “Il giorno del Signore”:
«La messa in tv è spesso vissuta con partecipazione e devozione dal malato, dall’anziano, o da chi si trovi comunque nell’impossibilità di recarsi personalmente in chiesa. E proprio a questi ultimi essa può offrire un servizio spiritualmente assai utile. (…)
È evidente che una Messa alla televisione o alla radio, che in nessun modo sostituisce la partecipazione diretta e personale all’assemblea eucaristica, ha i suoi aspetti positivi: la parola di Dio viene proclamata e commentata “in diretta”, e può suscitare la preghiera; il malato e l’anziano possono unirsi spiritualmente alla comunità che in quello stesso momento celebra il rito eucaristico; la preghiera universale può essere condivisa e partecipata.»
Da queste poche righe emergono le motivazioni che hanno portato il Consiglio Pastorale della nostra Comunità a scegliere che, a partire dal prossimo 13 novembre, le nostre celebrazioni in streaming vengano trasmesse solo in diretta e non rimangano più a disposizione per essere riviste/riascoltate in un altro orario della giornata o addirittura nei giorni successivi.
La Messa infatti non si sente, non si guarda, ma alla Messa si partecipa. A Messa non siamo telespettatori, ma parte attiva dell’azione celebrativa. Se siamo impossibilitati a partecipare “nello spazio” andando in Chiesa, partecipiamo almeno “nel tempo” unendoci spiritualmente alla comunità che in quello stesso momento sta celebrando l’Eucaristia.
La celebrazione eucaristica è celebrazione comunitaria: è convenire insieme per fare comunione con Gesù che si rende pane spezzato per ciascuno di noi. Per questo non può ridursi a qualcosa di individualistico, da vivere personalmente chiusi nella propria casa e sulla base delle nostre esigenze.
Un altro aspetto però non va dimenticato: nella nota della CEI si ribadisce che la Messa alla televisione non sostituisce la partecipazione diretta e personale. Per questo il riferimento è a malati, anziani o comunque a situazioni di eccezionalità che impediscono la partecipazione alla Santa Messa in presenza.
Il rito eucaristico infatti non coinvolge solo la nostra interiorità, ma anche il nostro corpo e i nostri sensi e con la Messa online il carattere corporeo è molto mortificato. Ecco allora che essa ha senso nelle situazioni di eccezionalità sopra citate.
L’invito, pertanto, è sempre quello di ritornare a fare comunità attorno a Gesù Eucaristia in presenza. Celebrare l’Eucaristia è una grazia, ci dice il nostro Arcivescovo nella sua ultima lettera pastorale: non corriamo il rischio di viverla come un adempimento scontato o addirittura come una pretesa che si deve adattare alle nostre aspettative ed alle nostre esigenze di orario, di luogo, di tempo.
Torniamo, insieme, con gioia all’Eucaristia.