Per giungere al bene comune bisogna percorrere due grandi sentieri, ripidi, di montagna, ma che poi aprono panorami meravigliosi, come quando si sale sulle vette esigenti delle Dolomiti: la sussidiarietà e la solidarietà.
La sussidiarietà è la pienezza di vita che ogni persona sogna, la realizzazione di sé. Lo sviluppo di tutti quei talenti che Dio ha posto nel cuore di ciascuno di noi.
I colori della vita, che si fanno nitidi anche nelle lacrime. Anzi spesso sono tanto più nitidi quanto maggiormente sono purificati da tante lacrime. Richiede sforzo, impegno, studio e precisione.
La solidarietà invece è il legame che unisce ogni persona con l'altra. Si diviene solidali, perché ci si accorge che senza l'altro, nemmeno io cresco. Da soli ci si perde e i talenti sono dispersi. Tutto è perduto senza la solidarietà!
Il filo della solidarietà invece ti compone una collana di bellezza fantastica. Perché solo intrecciando il bene personale con il bene comune, il mio con il tuo, ottengo pienamente il mio bene.
Ma l'intreccio richiede rinuncia, apparente perdita, sacrficio. Poi però restituisce gioia vera e pienezza di realizzazione.