"Qualsiasi cosa inizi a fare, pensa a dove vuoi arrivare!" La considerazione è semplice, si direbbe scontata! Eppure è tutt'altro che praticata soprattutto ai nostri giorni, dove spesso domina l'approssimazione, la superficialità, la paura, l'impulso istintivo, l'immediatezza e la permalosità. Avere chiara una meta e su di essa modulare le scelte e l'azione è una dote di 'pochi'. Infatti l'agire con leggerezza senza tener conto di un progetto, di una verifica può essere deleterio.
Ritrovare la capacità di ponderare è la virtù della prudenza che Gesù sceneggia nella figura del costruttore di una torre o nella strage militare di un re. (Lc 14,28-32)
Questo tempo che ci conduce alla Pasqua ci provoca circa la meta che come credenti ci prefiggiamo: l'invito alla conversione del cuore non può essere un semplice impegno in un tempo limitato. La meta che ci attende è la comunione con il Signore Gesù e per questo siamo invitati a compiere scelte e gesti che ci guidano alla meta.
Non dobbiamo avere paura di sentirci soli o derisi dagli altri se dalla nostra vita viene meno un modo comune di fare. Occorre non perdere il coraggio di confrontarci con i santi, uomini e donne che hanno fatto della propria vita un continuo dono al Signore.