Cento parole di comunione

Vivente sia la tua speranza, che nasca dalla lettura e maditazione della Parola.Vivente, come la sorgente nel deserto e come rivi d'acqua cristallina dei nostri monti e colline. 

Vivente, come la parola fraterna che asciuga  le lacrime di chi soffre. Vivente come il coraggio di chi, pur se ferito, decide ugualmente di impegnarsi, non abbandona il campo, non lascia scoperto il suo servizio alla Chiesa ed alla società. 

Gesù nel suo Vangelo spiega al titubante Nicodemo, il segreto dell'Amore trinitario, che è fatto di tenerezza. In quei due verbi che descrivono il cuore di Cristo ed il cuore del prete: amare e dare. 

Quante volte sono interpellato sullo scopo della vita. Nell'intreccio delle risposte che sento ed avverto mi ha colpito quella di un adolescente che ha dato una risposta che mi ha stupito: "Lo scopo della vita è amare ed essere amati"

E' un'immagine biblica che mi affascina sempre...E forse evidenzia meglio lo stile delle nostre comunità parrocchiali in relazione al territorio dove sono collocate:" Ti ho posto come sentinella alla casa di Israele" (Ez 3,17). 

Nel triplice impegno che deve essalvere: vigilare con occhio attento e pronto, allenato da una vita coerente che mantiene purificato il nostro sguardo; 

scuotere i fratelli con voce forte e profetica, onde metterli tutti in allarme sui pericoli che incombono; 

Giuseppe di Nazareth è l'amore senza possesso, il dono senza calcolo. Non un uomo astratto, pulito, rotondo, in cravatta. 

Ma un operaio scavato nella fatica, ansioso per il suo domani, incerto, dalla tuta impolverata. Ma raggiante nel cuore, perché sa che ogni lavoro è sacro, perché è sacro colui che lo compie. 

Non ci sono lavori sporchi o lavori puliti! Nazareth insegna che ogni lavoro è bello, creativo, degno. 

In settimana ricorre la memoria di san Giorgio. E' un santo tipicamente medievale, nel suo difendere i valori e la vita dagli assalti del drago. 

Ma questo gesto è anche tremendamente moderno, per il suo naturale appello a "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene"(Rm 12,21).

Quel drago infilzato mi parla di egoismi che si celano nel cuore dell'uomo, che risorgono inaspettati. Egoismi frutto di paura che rischiano di divorarci la gioia del cammino comunitario. 

C'è un apostolo che mi ha sempre accompagnato: Barnaba, lui che era 'Figlio della Consolazione', 'uomo virtuoso e pieno di Spirito Santo e di fede'

Mandato a verificare la chiesa di Antiochia,'vide la Grazia del Signore e si rallegrò..'. Un missionario che non ha confini, che non ha chiusure.Non decide tutto lui, ma si fa servitore della Grazia che lo precede. 

Creare sincerità è tutto nella vita. E' il dono più prezioso per una comunità. 

Parlare davanti e correggere con umiltà e rispetto, non parlando mai alle spalle o di dietro o tramando tranelli contro il fratello. E soprattutto, mai minimizzare, mai spegnere gli entusiasmi. 

Vivere quello che ci insegna Maria di Nazareth: " L'anima mia magnifica il Signore..." Cioè magnificare, far grande, parlar bene, ingrandire il risultato positivo, raccogliere i germi piccoli in grembo e farne semente di speranza. Ed il raccolto supererà ogni previsione! 

Saper relazionarsi in serenità e pace è lo scopo stesso del nostro vivere. Amare ed essere amati! Le relazioni fraterne sono il profumo della vita. 

Ecco perché comprendiamo sempre più il segno del profumo, proprio nella liturgia più solenne e più grande dell'anno: il Giovedì santo, nella Messa Crismale celebrata dal Vescovo nella cattedrale. 

Nella Genesi si parla di un arco posto sulle nubi, dopo il flagello del diluvio universale. Sia per tutti un monito ed una speranza, oltre il buio della morte ed il flagello del male. 

Nel tempo complesso che stiamo attraversando, ci fa bene avere memoria di questo arcobaleno che ridona speranza e provoca il cuore dell'uomo a trovare la strada per una riconciliazione e per una pace duratura. 

La Cresima, illuminando la fronte con il profumo del crisma, ci chiede di camminare sempre a fronte alta. E' l'augurio più bello che si può lanciare ad un giovane. 

Di fronte a tutti, in piazza, nel paese, lungo le strade complesse e spesso pericolose della vita. Quella fronte sia sempre alta e nobile. Non sfrontata, non arrogante...

Ricca di dignità e di passione, di ideali alti, e di sogni coerenti e congruenti. Di sogni e di segni. Di sogni alti e custoditi, e di segni coerenti e conseguenti.