CI GUARDI DALL'ALTO...
Una delle gioie più grandi che ancor oggi gusto, è quella di arrivare dopo una camminata in cima ad un monte, sedermi e godermi beatamente il panorama.
Una delle gioie più grandi che ancor oggi gusto, è quella di arrivare dopo una camminata in cima ad un monte, sedermi e godermi beatamente il panorama.
Stiamo vivendo il mese di Maggio, mese dedicato alla preghiera mariana!
"Maria si mette in viaggio..." (Lc 1,39), sente nel grembo una vita nuova, una sensazione diversa, qualcosa di immenso. Si fa tabernacolo dell'Altissimo, dentro la sua fragilità riconosciuta.
Nel nostro cammino di fede dobbiamo essere obbedienti ai segni di grazia che Dio ci pone davanti, senza tentarlo. Obbediere come Gesù: "Ecco io vengo per fare la Tua volontà".
Nella comunità pastorale, ieri, abbiamo celebrato gli Anniversari di Matrimonio. Il legame tra l'uomo ed il suo Dio dalle Scritture è chiamato con un'espressione bellissima: vincolo sponsale. Dio ama il suo, popolo, Dio ama te, me, ciascuno come uno sposo ama la sua sposa.
La festa di san Marco fa pensare alla sua mamma, Maria. Una donna accogliente, in particolare nei confronti di San Pietro, nel cuore della notte liberato dalla prigione dall'intervento miracoloso dell'angelo.
Forse anche noi qualche volta abbiamo percorso le strade, come quel pomeriggio di Pasqua per i due discepoli in fuga da Gerusalemme, diretti ad Emmaus.
Siamo nella settimana Santa che ci provoca di nuovo a 'vivere' i giorni in cui Gesù donando la sua vita al Padre ci ha salvati dalla morte.
Che cosa fa Dio davanti all'infedeltà del suo popolo? Si blocca forse la sua bontà di fronte alla cattiveria dell'uomo? Si ferma o si arrende? Che fare davanti a chi ci rifiuta? Come comportarsi davanti all'ingratitudine?
Nelle situazioni di estremo dolore, dove a soffrire non c'è solo la persona malata, ma anche la famiglia della stessa, ciò che necessita non è il 'chiasso' delle opinioni, ma il silenzio, la preghiera, il rispetto del dolore altrui.
Contemplando le icone mariane, subito si nota Maria con gli occhi 'sgranati', aperti quasi troppo dal punto di vista artistico. Ma l'intento dell'autore, l'iconografo, è quello di far emergere lo stupore presente nel cuore e sul volto di Maria nell'atto in cui l'angelo le comunica che diverrà madre di Dio.