Come avvenne per Mosè, sul monte, quando gli pesavano le mani alzate nella preghiera. E solo quando le teneva alzate, la sua gente vinceva il nemico. Ma la stanchezza era tanta. E le mani inevitabilmente cadevano.
Allora, con genialità, i suoi due amici, Aronne e Cur, lo fecero sedere, 'sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole e Gioseuè sconfisse Amalek ed il suo popolo.' (Es 17,8-13)
Immagine questa del cammino che il popolo di Dio deve fare nella storia, cammino fatto di fatiche e di speranza. E' così anche per noi. La preghiera è la nostra forza.
Chi prega prende coscienza di non poter salvare se stesso da solo,di poter salvarsi con gli altri. Se ci sentiamo soli, ecco che le nostre braccia diventano pesanti.La battaglia la perdiamo tutti. La forza non ce la possiamo dare noi, ma è l'amicizia, sapere cioè che c'è qualcuno accanto a noi che ci aiuta.
Quando non ci si sente sostenuti, manca infatti, la passione, il coraggio,la preghiera di sostegno, un aiuto anche pratico ed operativo che ci ridia vigore. Solo le scintille che stanno congiunte, formano la fiamma...!