Ho fatto una ricerca in internet della parola Natale: con stupore 'sconsolato' ho scorto tra migliaia di immagini di nevi, paesaggi, alberi, babbi natale, palline decorate, una sola immagine della natività! Vedere poi in televisione in questo tempo già segnato dai simboli natalizi è come fare un 'pellegrinaggio' pagano nella terra di Bengodi.
Senza voler ripetere le pur fondate critiche sullo spreco e sul consumismo, sulla sfacciataggine del benessere che celebra le sue idolatriche liturgie proprio in questi giorni di attesa, dobbiamo un po' tutti riconoscere la necessità di una maggior sobrietà. L'insidia è quella di identificare tutti questi simboli e modi di fare con il contenuto del Natale. Il Natale celebra un incontro e l'accoglienza di un Bimbo che ci è presentato nella storia in povertà e nel nascondimento. E' l'incontro di Dio con ogni uomo, nel silenzio e lontano dal luccichio del mondo!
Ecco allora il modo più vero per prepararsi a vivere questo incontro: offrirsi a Lui ed all'impegno del prossimo senza riserve, nella passione, nella disponbilità, nella generosità. E' la riscoperta di una religiosità radicale che non si accontenta di qualche devozione o tradizione, ma che irradia nell'esistenza trasfigurando giorni ed opere, riso e lacrime, atti grandi ed azioni semplici.