Mi è capitato tra le mani un testo di Padre Turoldo. Lo apro a caso e mi colpisce questa frase: "Tempo è di ritornare poveri per ritrovare il sapore del pane, per varcare sereni la notte. E non chiedere nulla.."
Facile è intuire in queste poche righe le due realtà che spesso sono ignorate, anzi temute e sbeffeggiate nella società contemporanea: la povertà e la sobrietà.
Il benessere, il godimento, il consumo frenetico sembrano essere il 'bisogno' dell'uomo moderno. La ricerca delle realtà più sofisticate, artificiose, costose domina la vita dell'uomo rendendola ansiosa. Non si apprezza più il valore del distacco, non si assapora più la spontaneità delle cose modeste, non c'è più spazio per riflettere e pregare e tacere!
Vorrei però sostare sull'ultimo verso, quel "non chiedere nulla..". Noi ora siamo diventati sempre più pretenziosi, esigenti,insoddisfatti. Sempre alla ricerca di un tornaconto personale... Reclamiamo dagli altri quello che riteniamo nostro diritto, divenendo aggressivi e pieni di ira. Avremmo invece bisogno di ritrovare la pacata capacità di gustare ciò che ci è donato, a partire dalla vita stessa. Scegliere la semplicità e l'essenzialità è il grande segnale della vera grandezza d'animo.