Un giorno a Gandhi una mamma portò il suo ragazzino, segnato da un forte diabete giovanile, ma ghiottissimo di caramelle. Mille volte lo aveva rimproverato ed esortato, ma niente da fare. Decise perciò di richiedere la parola autorevole di quel maestro di vita che era il Mahatma, la grande anima della storia indiana.
E con un bel sorriso lui accolse quella mamma, ascoltandone la richiesta. Ma inaspettatamente non disse nulla al bimbo. Chiese solo alla madre di ritornare da lui dopo quindici giorni.
E quindici giorni dopo, ecco di nuovo la mamma con il suo bambino capriccioso. Gandhi lo prese, lo accarezzò e con voce soave ma chiara gli spiegò che non doveva più mangiare caramelle, vista la sua situazione. La mamma, grata ma anche incuriosita, gli chiese la spiegazione del ritardo nella risposta.
Ed il Mahatma rispose:"Anch'io mangio volentieri tante caramelle... ma in questi quindici giorni ne ho fatto a meno... solo ora posso parlare al tuo bambino...!"
Parlare non perché si sa, ma perché si vive. Testimoni, più che maestri, come diceva san Paolo VI!