Iniziando un nuovo tratto di strada 'inedito' ci chiediamo quali requisiti deve avere un educatore che si affianca a colui che vuole educare?
Anzitutto che sia ottimista, cioè capace di leggere sempre qualcosa di buono nel cuore di tutti. Ogni persona a contatto con lui possa dire quello che si diceva di don Bosco: "Lui crede in me!"
Che sia lungimirante perché possa vedere esiti positivi anche là dove gli altri vedono solo limiti. Su questo sguardo lontano egli costruisce percorsi coraggiosi. Per questo in ogni incontro sa mettere in crisi il buono e fa migliorare il cattivo.
Che sia capace di lavorare insieme agli altri educatori perché si educa solo insieme, con 'un padre ed una madre'. Educa e si fa educare.
Che sia uomo di speranza che è la virtù dell'oggi, ma lanciata nel domani. Per questo sa lanciare la semente, come il contadino della parabola evangelica, ovunque, con larghezza, senza calcolo. Non semina in funzione del raccolto, ma del suo cuore di Padre. La sua logica è quella del perdono, perché solo il perdono fa cambiare, così come ogni figlio è figlio perché ha avuto una mamma ed un papà che lo hanno perdonato!