Celebrata la Pasqua, tutti siamo chiamati a dare testimonianza del Risorto! Tommaso, l'apostolo, non è un incredulo, ma un appassionato ricercatore di verità. Probabilmente è un giovane che come tutti i giovani non credono se non a ciò che toccano, che vogliono capirci, che sentono dentro la necessità di dare concretezza agli ideali che perseguono.
Soprattutto non è un indifferente, un menefreghista, un passivo. Arde e cerca. E nel cercare si appassiona e lotta. Forse per questo ci provoca in un tempo in cui lasciamo correre troppe cose in una sorta di indifferenza...
Egli ci dà due lezioni di vita. Da una parte occorre avere sempre un cuore capace di cercare. Mai ritenersi arrivati, sicuri e certi di una realtà immutabile.
Dall'altra, ci richiama lo stile di Gesù, che ci deve plasmare. Non giudica, non si scandalizza, non respinge, non ironizza la fatica di quel giovane. Anzi proprio per lui torna una seconda volta nel cenacolo, chiuso per paura.
E gli dice parole grandi, amabili ed inedite. Non di condanna, ma di accoglienza: guarda, stendi, metti... Tre parole che sono un itinerario di fede per il nostro cammino pasquale.
E allora, ogni volta che il mio cuore piange, potrò ripetere ancora, con fede rinnovata e vera: " Mio Signore e mio Dio!"