Papa Giovanni XXIII, nell'enciclica "Pacem in terris", così aveva definito il bene comune: "L'insieme di quelle condizioni perché le persone, le famiglie, le associazioni, i paesi possano ottenere facilmente e pienamente il loro sviluppo".
Guardare al bene comune è come guardare al sole quando ci si trova in montagna. Fa crescere tutto, è la garanzia di sviluppo di ogni cosa. Senza, nulla ha vita! Tutti gli organismi hanno bisogno del sole, comune speranza e comune vigore.
Allora tra bene comune e bene personale non c'è contrasto. Anzi, l'uno è garanzia dell'altro. Il bene comune è fatto per la crescita della persona che ne diviene il 'fine'. Ma la persona, a sua volta, cresce solo se cresce il bene di tutti.
Essendo l'uomo un 'essere in relazione', non può accontentarsi di 'stare bene' per se stesso. Intrecciare bene comune e bene personale, oggi è la grande fatica educativa.
Oggi, infatti, sta risorgendo l'insidiosa tentazione della libertà personale come mito e diritto intoccabile. Si crede infatti che basti star bene con se stessi, perché stiano bene tutti. La tentazione è quella di pensare solo a sé!
Oggi sembra avere la meglio il comodo ed il piacere facile. Occorre dunque vigilare e vivere quotidianamente l'arte del discernimento: infatti volere il bene comune non è automatico e deciso una volta per tutte!
E' troppo poco e parziale costruire il proprio cammino su quell'adagio: 'Io sono libero di fare quello che voglio, purché non invada la libertà dell'altro!'