Le due virtù vanno sempre insieme. L’umiltà è il fondamento, mentre l’obbedienza è il compimento!
Una la radice, l’altra il frutto. Più l’umiltà è vera e più il frutto è dolce.
Così l’obbedienza dona all’umiltà il suo scopo, la sua pienezza, la sua oblazione. Senza obbedienza, l’umiltà è schiavitù ed oppressione, annullamento piatto.
Senza umiltà, l’obbedienza è arroganza e vanto. L’umiltà poi è antidoto ad ogni forma di permalosità; oggi bisogna stare attenti a come ‘dire le cose’ per non offendere...Solo e sempre insieme creano nel cuore nostro quella armonia e gioia autentica, che cambia la storia di una comunità.
E la permalosità è una delle situazioni che fanno più male. Ogni pretesto è buono per dare la colpa agli altri, senza mai accusare se stessi. Facciamo fatica a rinunciare alle nostre idee, posizioni e privilegi.
E chi non è sereno nel cuore, rende invivibile anche la vita degli altri, in famiglia, in comunità...
L’umiltà ci aiuta a capire che ogni incarico è a tempo, che tutti siamo provvisori, che possiamo lasciare ad ogni istante.
L’umiltà fa della diversità una ricchezza e non un limite.