Ieri papa Francesco, a L'Aquila, ha aperto la porta santa della basilica di Collemaggio per la 'perdonanza'. E' ricordare un gesto famoso e dolce di papa Celestino V.
La 'perdonanza' non per chi è ricco, ma soprattutto per i più piccoli e poveri. Indica che nella vita la soluzione di tutti i nostri conflitti interiori ed esterni la troviamo nel perdonarsi a vicenda, mettendo in disparte i rancori e le rabbie.
E' quello che Gesù ci prospetta nelle beatitudini: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia". Preconizza così un'umanità riconciliata, in pace, che sa trovare sempre una mediazione ed una risposta, nel dono della fratellanza e della solidarietà.
Perdonando a coloro che amiamo, impariamo anche a perdonare coloro che non amiamo, e noi stessi. Ma se perdoniamo, significa anche che abbiamo rispetto di noi stessi e degli altri. In questo modo evitiamo di fare l'uno all'altro cose che vanno contro la coscienza di ciascuno.
Questo è molto importante: il timore di procurare dolore ci deve fare riflettere. Non dobbiamo fare nulla di scorretto, e se ci viene richiesto dobbiamo respingere la domanda, rispettando tutti comunque.
Anche nella vita della scuola il perdono è decisivo per ogni ragazzo e ragazza. Dove c'è perdono c'è futuro; e purtroppo dove c'è vendetta, c'è solo morte e distruzione.