"Per ritrovare un'idea dell'uomo, ossia una vera fonte di energia, bisogna che gli uomini ritrovino il gusto della contemplazione. La contemplazione è la diga che fa risalire l'acqua nel bacino. Essa permette agli uomini di accumulare di nuovo l'energia di cui l'azione li ha privati."
Ho letto questa frase scritta da un autore non certo credente, e mi ha colpito che un autore così lontano da orizzonti 'contemplativi' abbia voluto proporre all'uomo la necessità del silenzio e della meditazione.
Suggestiva è anche l'immagine: la contemplazione è vista come energia! In un'era tecnicistica, in una cultura celebrativa dell'azione è facile considerare la contemplazione come vuoto, perdita di tempo, inutilità. L'azione ci indebolisce, ci rende vuoti, ci priva dell'essere uomini autentici e che è necessaria la contemplazione per ritrovare forza e vigore.
L'anemia morale ed interiore di molti uomini del nostro tempo, nasce proprio da questa carenza radicale. E' necessario far 'salire il livello dell'acqua' nel bacino della coscienza. E quest'acqua fecondatrice e dissetante è solo la meditazione, la riflessione e la preghiera.
Viviamo questo cammino verso la Pasqua come occasione per trovare tempo per la meditazione: quello che facciamo e quello che diciamo dipendono da quello che siamo nel profondo.