Il bisogno di testimonianza, oggi, è ravvisato dalla necessità di superare il divario tra fede e vita, che resta la grande eresia del nostro tempo, come ben intuiva san Paolo VI.
Il bisogno di sacro cresce, ma spesso diviene rifugio, nicchia consolatoria , espressione religiosa fatua ed inconsistente, tradizionalismi esasperati per processioni e riti.
Non si tratta affato di abbassare la forza spirituale, ma di incarnarla nel vissutro della nostra storia, così esigente e diffcile. E proprio per questo la tesitmonianza è preziosa, come la luce per i nostri passi. Come ponte vero e forte che unisce fede e vita, terra e cielo.
Citando un'omelia di sant'Antonio, possiamo dire che veramente 'parliamo agli altri di umiltà, povertà e pazienza quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica più efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere!. Cessino le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e poveri di opere e così facciamo la fine del fico che Gesù maledì perché non trovò frutti, ma solo foglie!'.
Con la forza profetica di sant'Antonio chiediamoci : 'Il nostro albero personale, e comunitario produce frutti di Grazia oppure solo foglie secche?'
In questo tempo pasquale lasciamoci illuminare dalla luce del Risorto per vivere con gioia la nostra testimonianza di fede...