Giovanni XXIII nella sua enciclica Pacem in terris, dice che la globalizzazione sarà positiva solo se punterà sulla persona umana.
Scrive poi di cittadinanza mondiale, concetto che pone le basi per ogni tipo di accoglienza di ogni persona umana, oltre la sua nazionalità, per il solo fatto di essere persona e quindi di apppartenere alla famiglia umana, realtà che le dona diritto di essere parte della cittadinanza mondiale.
Condannando il razzismo, afferma con chiarezza che tutte le comunità politiche hanno uguale dignità naturale, con la tutela delle minoranze, l'assistenza ai profughi ed ai rifugiati, in una solidarietà internazionale riconosciuta ed attiva.
Tutto questo richiede, oggi, una accresciuta autorità politica mondiale consapevoli che nessuno oggi, per quanto forte si creda, può creare la pace.
I tempi saranno lunghi, ma il percorso va affrontato con fiducia, in sussidiarietà effettive, rispettose, ben intrecciate tra di loro.
Occorre una 'casa comune', uno spazio condiviso da tutti, uno spazio nuovo, dove ci si sente tutti accolti, sostenuti ed amati.