Lettura del Nuovo Testamento - Prima Settimana 2-8 febbraio

Da Debora Merlo, 1 Febbraio, 2025
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Si comincia!
E si comincia con il Vangelo di Matteo, il primo che troviamo dei quattro contenuti nel Nuovo Testamento. 

È un Vangelo destinato alle comunità di cristiani che provenivano dalla fede ebraica e dunque che conoscevano Mosé, i profeti, la legge, le Scritture e le promesse di Dio; per questo troviamo spesso la citazione di passi dell’Antico Testamento: chi ascoltava sapeva ciò a cui si riferiva (fateci caso domani e lunedì, nei racconti dell’infanzia).  Proprio per questo nel Vangelo troveremo cinque grandi discorsi di Gesù, esattamente come cinque sono i discorsi fatti da Mosè al popolo: a dire che Gesù è il nuovo Mosè, in lui trova compimento la legge di Dio e tutto il cammino del popolo di Israele. Pur non essendo stato il primo dei vangeli a essere scritto, a motivo di questo suo legame con l’Antico Testamento diventa un po’ il collegamento tra Antico e Nuovo e dunque è messo per primo perché funge un po’ da “cerniera” tra le due raccolte: il primo brano del primo capitolo che leggeremo domani è proprio la genealogia (un testo che ci suona un po’ arido e monotono) che collega Gesù ad Abramo, il padre della fede ebraica, e nostra.

Dopo questi cenni, veniamo a qualche indicazione circa quello che leggeremo:

- Domenica 2 e Lunedì 3 febbraio leggeremo i cosiddetti “racconti dell’infanzia” (che hanno solo Matteo e Luca);

- Martedì 4 e Mercoledì 5 gli inizi del cosiddetto “ministero pubblico” di Gesù (dopo una trentina di anni di silenzio di cui non sappiamo nulla);

- da Giovedì 6 a Sabato 8 il primo dei cinque discorsi, quello più famoso: il “discorso della montagna”, che si apre con la nota pagina delle beatitudini; in questi capitoli Gesù annuncia che la legge di Dio per essere compresa e attuata ha bisogno della “giustizia”: beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati (5,6); se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli (5,20).

È dunque la ricerca di questa giustizia che non nasce dal compiacimento delle proprie opere, ma dalla ricerca della volontà del Padre che è nei cieli, che ci rende davvero discepoli. Direi che è un bel modo di iniziare questo cammino.

don Paolo, parroco

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Buona lettura!

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