Giuseppe di Nazareth è l'amore senza possesso, il dono senza calcolo. Non un uomo astratto, pulito, rotondo, in cravatta.
Ma un operaio scavato nella fatica, ansioso per il suo domani, incerto, dalla tuta impolverata. Ma raggiante nel cuore, perché sa che ogni lavoro è sacro, perché è sacro colui che lo compie.
Non ci sono lavori sporchi o lavori puliti! Nazareth insegna che ogni lavoro è bello, creativo, degno.
Lunedì 29 Aprile alle ore 21.00 in Oratorio a Valle Guidino: CURA - quarta tappa La cura non è solo attenzione, implica un processo che si prolunga nel tempo. Significa avere a che fare, non solo interessarsi, ma partecipare. La cura non è un sentimento o un’idea, ma un atto, si concretizza come modo di essere in relazione con gli altri.
In settimana ricorre la memoria di san Giorgio. E' un santo tipicamente medievale, nel suo difendere i valori e la vita dagli assalti del drago.
Ma questo gesto è anche tremendamente moderno, per il suo naturale appello a "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene"(Rm 12,21).
Quel drago infilzato mi parla di egoismi che si celano nel cuore dell'uomo, che risorgono inaspettati. Egoismi frutto di paura che rischiano di divorarci la gioia del cammino comunitario.
C'è un apostolo che mi ha sempre accompagnato: Barnaba, lui che era 'Figlio della Consolazione', 'uomo virtuoso e pieno di Spirito Santo e di fede'.
Mandato a verificare la chiesa di Antiochia,'vide la Grazia del Signore e si rallegrò..'. Un missionario che non ha confini, che non ha chiusure.Non decide tutto lui, ma si fa servitore della Grazia che lo precede.